Auto verdi, l’Ue ha fretta Berlino punta al rinvio Parigi spinge il nucleare

Olaf Scholz vuole evitare a tutti i costi che’ il dossier sulle emissioni di CO2 delle auto finisca sul tavolo del Consiglio europeo che inizia oggi. Ma la trattativa in forma bilaterale con la Commissione europea prosegue, tanto che è previsto un faccia a faccia tra il cancelliere e Ursula von der Leyen per cercare di definire i dettagli l’accordo che prevede di concedere una deroga ai veicoli con motore termico se alimentati con i carburanti sintetici (e-fuels). Si tratta di una soluzione
che taglierebbe fuori l’Italia, che invece insiste per estendere la deroga anche ai biocarburanti. Ma su questo fronte la Commissione non sembra intenzionata a fare aperture perché non considera i biocarburanti neutrali dal punto di vista delle emissioni di CO2. Secondo quanto risulta a La Stampa, il governo non ha ancora ottenuto da Bruxelles una risposta alla lettera spedita martedì e firmata dai ministri Adolfo Urso, Gilberto Pichetto Fratin e Matteo Salvini. «Ci vorrà
del tempo», spiegano da Palazzo Berlaymont, dove invece proseguono gli scambi con il ministero dei Trasporti tedesco per mettere a punto gli aspetti tecnici della proposta: Berlino considera troppo «onerosa» per i produttori la soluzione di compromesso avanzata dalla Commissione, secondo la quale i nuovi veicoli alimentati con carburanti sintetici dovranno essere dotati di un sistema per impedirne il funzionamento con i carburanti tradizionali inquinanti. Ma il negoziato in forma bilaterale va avanti. Un atteggiamento che non piace affatto agli esponenti politici della maggioranza che sostiene il governo Meloni. La Commissione deve «resistere alla tentazione di proporre soluzioni semplificate, parziali e divisive», attacca Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia e relatore del Ppe sul regolamento relativo agli standard di CO2 per le nuove auto, che definisce «inaccettabile la trattativa esclusiva a due con la Germania ». Secondo l’eurodeputato, questo atteggiamento, “inaugurerebbe una preoccupante e inedita stagione di bilaterali destinati a deprimere le istituzioni europee e svilirebbe
un negoziato complesso, ampio e articolato». Sulla questione è intervenuto nuovamente anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: «La Germania chiede di utilizzare i combustibili sintetici, noi chiediamo di utilizzare i biocarburanti. Cosa c’è di più naturale di ciò che è fatto con gli scarti alimentari? Devono essere considerati come combustibili verdi». Diversamente, se la Commissione dovesse aprire solo alle richieste tedesche e non a quelle italiane, il governo Meloni «voterà contro». Anche a costo di finire in minoranza (con Polonia e Bulgaria) e di “subire” l’approvazione del regolamento. A premere per una chiusura del dossier, oltre alla Commissione, c’è la Francia. Che parallelamente cerca di portare avanti un’altra battaglia in difesa del nucleare. L’atomo figura soltanto in misura marginale tra le tecnologie definite «strategiche» dall’esecutivo Ue nel piano per l’industria a impatto zero e che per questo godranno di agevolazioni. Emmanuel Macron, sostenuto dagli altri Paesi della “coalizione per il nucleare”, arriverà a Bruxelles con l’intenzione di inserire nel testo di conclusioni del vertice un riferimento all’energia tanto cara alla Francia. Ma il governo tedesco, per via della netta opposizione dei Verdi, si oppone. Per questo il linguaggio potrebbe essere più sfumato e limitarsi a sottolineare l’importanza della «neutralità tecnologica », anche se questo finirebbe comunque per sminuire
l’elenco delle tecnologie strategiche stilato dalla Commissione.

@lastampa

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