Stop alle auto a benzina, il bluff di biocarburanti ed e-fuel: scontro in Ue

Adesso è Giorgia Meloni a guidare in prima persona l’attacco dell’Italia alla transizione verso il motore elettrico a partire dal 2035. E con una polemica sferzante: “No al passaggio dalla dipendenza dal gas russo a quella dell’elettrico cinese”, pronunciata ieri in Senato alla vigilia del Consiglio europeo che si riunisce oggi e domani. Suscitando le reazioni dei rappresentanti di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: “Quelle della Meloni sull’auto elettrica sono bugie che danneggiano la nostra
economia”.

L’ITALIA dunque resta sul fronte del no, assieme a Polonia e Bulgaria, invocando la possibilità di prolungare la vita del motore termico coi biocarburanti. Una posizione parallela a quella della Germania che pretende, invece, piena libertà per l’utilizzo degli e-fuels, i carburanti sintetici. Una scelta che martedì scorso sembrava aver trovato una composizione tra Commissione europea e governo di Berlino, ma che poi è saltata perché l’esecutivo tedesco non vuole accettare che le vetture alimentate a e-fuels prevedano dispositivi per impedire l’utilizzo di benzina. Una situazione di stallo che si riverbererà
sui lavori del Consiglio europeo: oggi è previsto anche un incontro tra il cancelliere Olaf Scholz e Ursula von der Leyen. Così la discussione, proprio nel giorno in cui la classifica di IQAir indica in Milano la terza città più inquinata del mondo, si sposta ora sull’effettiva possibilità che quei carburanti favoriscano
sul serio l’abbattimento delle emissioni inquinanti. E, soprattutto, su quali siano i veri interessi economici nascosti dietro questo scontro. Uno studio diffuso proprio ieri da Transport&Enviroment, l’organizzazione non profit che si occupa della sostenibilità dei trasporti, bocciae-fuels, bio-fuels e, indirettamente, il diktat nazionalista della Meloni. Il paragone con il motore elettrico sembra implacabile. Sia per quanto riguarda la produzione di quei carburanti che per l’inquinamento. I bio-fuels tradizionali, per esempio, possono rilasciare gas serra fino a tre volte di quelli fossili. Per contro, i biocarburanti avanzati (derivati dai rifiuti) riducono le emissioni, in teoria, solo all’88%: niente “emissioni zero”, dunque. Altrettanto netta la bocciatura degli e-fuels, peraltro tuttora inesistenti sul
mercato. Secondo T&E, essi genereranno il 53% di emissioni in più rispetto ai ‘ mezzi elettrici al 2030,
anno in cui saranno disponibili nei distributori, arrivando però a rappresentare appena lo 0,4% dell’offerta (la loro incidenza dovrebbe salire solo al 3% nel 2035e al massimo al 16% nel 2040). Le auto elettriche invece, già oggi permettono di ridurre del 69% le emissioni di CO2. Alimentare un’auto a biocarburanti o a e-fuel può richiedere poi un quantitativo di energia fino a cinque volte superiore rispetto a quello richiesto da un veicolo elettrico.

ALTRO ASPETTO critico è la scarsa disponibilità di questi combustibili. Oggi l’uso di biocarburanti
avanzati consentirebbe di alimentare appena il 5% del parco circolante italiano (1,9 milioni di auto), quota che potrebbe aumentare sino a un picco del 20% (6,9 milioni), nel 2030, se fossero confermate
le stime di Eni (il vero “convitato di pietra” delle posizioni del governo italiano) che conta di raggiungere una capacità di bio-raffinazione annuale di 5 milioni di tonnellate entro quella data. Con la stessa energia
(e a parità di chilometraggio), ribadisce T&E, si possono già far circolare 6,9 milioni di auto elettriche,
per poi raggiungere quota 24 milioni, ovvero il 70%, nel 2030. L’analisi, infine, sottolinea il forte impatto di bio-fuel ed e-fuel sulla qualità dell’aria nelle città. Durante la combustione nei motori endotermici, infatti, entrambi i combustibili producono livelli di emissione di particolato (PM) e ossidi di azoto
(NOx) del tutto simili, se non addirittura superiori a quelli associati alla benzina fossile. Numeri che assieme ai dati sulla situazione dell’aria a Milano, dovrebbero adesso far riflettere Giorgia Meloni su quell’accusa di raccontare “bugie” che gli è arrivata ieri dai leader di Alleanza Verdi e Sinistra.

@ilfattoquotidiano

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