Stop a diesel e benzina nel 2035, spunta la minoranza di blocco

Rimandato a domani, ma potrebbe slittare ancora. Il punto uno della riunione degli ambasciatori presso la Ue dedicato al nuovo regolamento che vieta dal 2035 la vendita nell’Unione di auto e furgoni nuovi con motore termico, alimentato a benzina o diesel, non è stato discusso ieri come inizialmente previsto ma posticipato a domani. Le posizioni di alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, emerse alla vigilia hanno gettato un velo di incertezza sull’esito del voto per l’approvazione in Consiglio (a maggioranza qualificata). 11 passaggio totale alla mobilità elettrica lascia dei dubbi. L’Italia e la Polonia avevano fatto sapere che avrebbero votato contro, la Bulgaria che si sarebbe astenuta (vale come un no) e la Germania aveva espresso criticità, tramite il ministro dei ‘Trasporti Volker
Wissing (liberale), legando la decisione al fatto che la Commissione presenti una proposta per permettere alle nuove auto con motore a combustione di circolare dopo il 2035 a patto che siano alimentate con carburanti sintetici (e-fuel). Berlino non ha tuttavia dichiarato le sue intenzioni di voto.. La ministra dell’Ambiente Steffi Lemke (Verdi) ha polemizzato con il collega Wissing ricordando l’impegno preso da Berlino sul regolamento. Il rischio di una minoranza di blocco (quattro Paesi che rappresentano almeno il 35% della popolazione Ue) ha spinto la presidenza svedese a prendere tempo in attesa di capire cosa farà la Germania. 11 passaggio in Consiglio è l’ultimo atto formale con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per l’entrata in vigore di un testo legislativo proposto dalla Commissione Ue, negoziato un « trilogo» dalle tre istituzioni, approvato dalla plenaria del Parlamento Ue. L’accordo sul testo finale era stato raggiunto il 27 ottobre scorso fra
le tre istituzioni e il 14 febbraio la plenaria dell’Eurocamera aveva dato semaforo verde. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin martedì sera aveva comunicato l’intenzione di votare contro l’adozione del regolamento. Ieri il ministro del Made in italy Adolfo Urso ha sottolineato che «la nostra presa di posizione così chiara e netta» insieme a quella di Polonia e Bulgaria ha indotto a «una ulteriore riflessione» e che l’Italia sarà «assertiva» anche sugli altri due dossier aperti: la riduzione della CO2 per i veicoli pesanti e il regolamento sull’euro 7. Ma il ministro Urso guarda a dopo le elezioni europee del 2024, quando ci
saranno una nuova Commissione Ue e un nuovo Parlamento Ue: «L’obiettivo è creare le condizioni affinché si possa costruire un’alleanza per fare davvero della clausola di revisione nel 2026» prevista dal regolamento Ue. Intanto continua a crescere il mercato italiano dell’auto. A febbraio — secondo i dati del ministero dei Trasporti le immatricolazioni sono state 130.365, il 17,5% in più dello stesse mese del 2022 quando però i volumi erano stati molto bassi. Le auto a benzina a
febbraio registrano una crescita ciel 16,7%, con quota di mercato al 26,3%, mentre le diesel crescono dell’1,8% con una quota del 19%. Le auto ad alimentazione alternativa rappresentano il 54,7%in crescita del 24,2%; nel cumulato aumentano del 21,2% COU una quota ciel 54,5%. Le auto elettriche rappresentano il 44,4%
del mercato di febbraio.

 

@corrieredellasera

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