Stop ai motori termici la Germania tira il freno “Salviamo gli eco-ftiel

Sullo stop alla vendita delle auto a benzina e diesel a partire dal 2035, l’Italia rischia una vittoria di Pirro. Ieri il Coreper – il Comitato dei 27 ambasciatori incaricato di preparare le riunioni del Consiglio europeo – ha fatto slittare la decisione finale a domani. Ma più che l’altolà italiano, è stata la Germania a  provocare il rinvio. E infatti la trattativa principale si sta concentrando proprio sulla richiesta di Berlino: ossia escludere dal bando i combustibili sintetici ed ecologici. Le possibili modifiche alla proposta di Regolamento farebbero riferimento proprio a questo punto. Tanto che un portavoce del governo tedesco ha fatto sapere esplicitamente che a questo proposito il negoziato sta andando avanti e che si aspettano novità in tempi brevi. L’addio tra dodici anni ai motori termici, quindi, sta nelle mani della Germania. Il “no” del nostro Paese, quello polacco e l’astensione bulgara, infatti, da soli non basterebbero a comporre una minoranza di blocco. Solo l’aggiunta del veto tedesco impedirebbe di raggiungere il quorum necessario 01 55% degli Stati -15 su 27 – che devono rappresentare il 65% della popolazione). Ma un accordo sugli “e-fuel” sembra a portata di mano. Considerando che per il governo tedesco, composto anche dai Verdi, potrebbe essere molto complicato far naufragare un pezzo importante del pacchetto europeo sulla transizione ecologica e sulla decarbonizzazione. E infatti proprio la ministra dell’Ambiente, l’ecologista Steffi Lemke, ha avvertito: «I regolamenti sono stati coordinati e concordati in lunghi negoziati. Li dovremmo attuare in modo affidabile e non tirarci indietro all’ultimo minuto». Il governo Meloni, però, canta vittoria. «Con il nostro no – esulta il ministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso – abbiamo svegliato l’Europa. Dobbiamo convincere le istituzioni Ue ad agire con maggiore pragmatismo, secondo una visione più adeguata alla realtà, alla sfida della transizione ecologica e industriale ». A suo giudizio, «dobbiamo fare di tutto per non passare dalla subordinazione energetica alla Russia, a una subordinazione ancora peggiore alla tecnologia cinese». Nella sostanza il governo italiano punta ad «una transizione economicamente sostenibile e socialmente
equa verso le emissioni zero e la neutralità tecnologica. Siamo certamente favorevoli all’elettrificazione dei veicoli leggeri». Eppure l’obiettivo delle emissioni zero – per l’esecutivo di Roma – si può raggiungere anche con altri strumenti oltre i veicoli elettrici. Questo percorso, inoltre, si legge in un documento del governo italiano, dovrebbe essere adottato sostenendo «con tutti i mezzi disponibili, legislativi e finanziari, la transizione del settore automobilistico; garantire, una revisione rigorosa e credibile degli obiettivi nel 2026; dare seguito alla disposizione che prevede l’immatricolazione, dopo il 2035, di veicoli alimentati esclusivamente con carburanti a zero emissioni di CO2». La linea scelta dal centrodestra, però, difficilmente sarà accolta a Bruxelles. Di certo non nei principi enunciati a Roma.

@laRepubblica

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