La prima giga factory in Italia per produrre le batterie al litio

I presente è una linea pilota attiva da dicembre scorso, Teverola 1, con  una capacità produttiva di 0,35 giga wattora (GWh) annui. Il primo stabilimento di batterie al litio in Italia, la definitiva rampa di lancio nel segmento per Faam, l’azienda italiana leader nella produzione di accumulatori. Il futuro immediato è il progetto, approvato e finanziato dalla Ue con 418 milioni di euro, per la costruzione di una nuova linea per la produzione e l’assemblaggio di celle e batterie al litio che porterà la capacità del sito campano a 8 GWannui. E Teverola 2, progetto a regime tra il 2025 e 11 2026. Sarà la prima giga-factory nel Sud Europa, un cardine del progetto Ipcei dell’Unione europea per la transizione ecologica e l’affrancamento dai combustibili fossili, anche con lo sviluppo delle batterie al litio.
«Teverola 2», dice Marco Civitillo, componente della famiglia che atti averso la holding Seri Industrial Group controlla Faam, di cui è consigliere esecutivo, «è una tappa fondamentale dell’evoluzione di Seri, il gruppo fondato nel 1999 da mio padre Giacomo e dai miei fratelli Vittorio e Andrea con l’obiettivo di creare valore attraverso i processi di riciclo di batterie e materiali plastici. La società operativa si chiamava Seri Recycling. Ma il nome venne cambiato perché in quegli anni il termine riciclo aveva un’accezione negativa». A guardarla adesso sembra un’altra era geologica. Giacomo Civitillo, oggi 72 anni, tecnico della metallurgia e specialista del piombo, e i suoi figli erano evidentemente un passo avanti rispetto all’evoluzione che da lì a qualche anno avrebbe avuto l’industria. L’idea di partenza era chiara: riciclo di materie plastiche e batterie, che poi è diventato acquisizione di Faam, l’azienda marchigiana che produceva accumulatori di prima generazione e assemblava quelli al litio, anche in Cina. Infine, la chiusura del cerchio della holding, Seri Industrial, quotata al segmento Mta della Borsa di Milano, con in pancia due società operative, Faam e Seri Plast, che ottimizzano competenze e sinergie nel campo della produzione delle batterie, al piombo e al litio, del riciclo dei materiali e della produzione di plastiche ecologiche. L’area di Teverola, eli gruppo Seri Industrial, sono un calcio negli stinchi a molti luoghi comuni sul Mezzogiorno. A metà strada tra Napoli e Caserta, la zona industriale si presenta ordinata e ben infrastruttura, nonostante un principio di declino rispetto agli anni Ottanta. In sequenza si vedono i capannoni di Eurospin, Mondo Convenienza, Gls, FedEx e Tnt, un’officina di Abb. Seri ha rilevato gli stabilimenti dal gruppo Whirlpool che a sua volta li aveva acquisiti da Ariston. Qui, dove era attivo anche un centro di ricerca, era prevista lo produzione degli elettrodomestici Indesit destinati al Nord africa. Un progetto visionario di Vittorio Merloni naufragato dopo il suo ritiro dall’azienda. La fabbrica è costruita come una batteria: due linee separate che si muovono in autonomia e, seppur a distanza, in parallelo e in sincrono, producono l’anodo e il catodo, il positivo e il negativo che vediamo anche nelle nostre piccole pile di uso quotidiano. Però alla Faam di Teverola non costruiscono noi mali batterie al piombo, ma grandi accumulatori al litio, i “serbatoi” di energia utilizzati per i mezzi industriali e il trasporto pubblico, i camion, i carrai ‘nati e i sottomarini, le navi, le piccole abita
zioni e i grandi edifici, le megacentrali per la produzione di energie rinnovabili. I clienti, per citarne alcuni, sono Fincantieri, Merlo, le grandi utilities europee. Gli accumulatori Faam sono i serbatoi di energia che saranno essenziali per la transizione ecologica, destinati a servire anche i grandi impianti di generazione e a favorire l’immissione in rete di energia pulita al momento della richiesta. Sulla linea tutto inizia con il caricamento di litio e grafite, i due elementi di base su cui vengono costruiti catodo e anodo, e dell’acqua farmaceutica, il composto che è utilizzato al posto dei solventi chimici. Dalle finestre sul corridoio attiguo alla linea si può osservare questa lunga bobina color bronzo che si arricchisce delle componenti chimiche e passa via via, nella stanza del coating (il rivestimento), nell’essiccatoio, nella camera bianca in cui avviene l’incontro con la bobina gemella color argento. Qui si formala cella inerte, una mattonella molto sottile, lucida, color tortora, addirittura elegante nella silhouette affilata che assume dopo la laminazione. Infine, il carico e scarico di prova e l’assemblaggio che Faam ingegnerizza su misura, in base alle esigenze del cliente. Si parte da una cella standard che, infine, come in un lego, viene assemblata in batterie fino a formare armadi di diverse dimensioni e geometrie o grandi cilindri. Le batterie per  uso domestico, per esempio, che possono contenere da 5 a 35 kilowatttora (kWh) sembrano dei contenitori a muro (3 kWh è la potenza utilizzata in un singolo appartamento) A Teverola i vengono prodotte più di seimila celle al giorno per 0,35 giga all’anno. A Teverola 2 i giga prodotti saranno otto, ma con celle più efficienti. La nuova facton, moltiplicherà per ventidue la produzione di energia della linea pilota. La superfici dedicata alle linee aggiungerà 5omila metri quadrati ai 4omila già attivi su Teverola i, utilizzando uno stabilimento attiguo, anch’esso ex Whirlpool. «Aver rilevato il sito Whirlpool», spiega Marco Civitillo, «ha molto accelerato i tempi per infrastrutture e autorizzazioni. Adesso siamo impegnati nella fase di radunamento dei dipendenti». Teverola passerà da 130 a oltre 70o addetti. Sono previste circa 60o assunzioni. La caccia grossa è agli specializzati, i no tecnici dedicati allo sviluppo e gli addetti alle linee, in maggioranza ingegneri elettrochimici, meccanici ed elettronici. «L’offerta sul mercato», continua Civitillo, «non è abbondante. In Europa, nel settore, ci sono molti annunci ma operano soltanto due aziende, una in Svezia e una in Francia. Stiamo infittendo la ricerca in Asia e negli Stati Uniti, dove cerchiamo una decina di senior di primissimo livello. Abbiamo predisposto anche un piano di stock option e di incentivi esteso ai dirigenti attuali. Le linee base e intermedie saranno in grandissima maggioranza giovani ingegneri italiani che formeremo in casa con il supporto dei nostri partner accademici». Il progetto Teverola 2 prevede una significativa evoluzione green del prodotto. Dopo l’eliminazione di cobalto e nickel e l’introduzione dell’acqua farmaceutica al posto dei solventi fatta a Teverola 1, è prevista l’introduzione del manganese accanto a litio, ferro e fosfato (da LFP la cella diventerà LMFP). Il manganese garantirà maggiore voltaggio e autonomia e si trova in abbondanza in Italia. Inoltre, è in fase di avviamento la tecnologia dello stato solido, che sostituirà il liquido della batteria e garantirà più energia e sicurezza e maggiore facilità di riciclo. L’anima verde coniugata all’efficienza, marchio di fabbrica del gruppo Seri, che emerge anche in un altro progetto in dirittura d’arrivo. Ser Plast, la controllata che opera nel ramo delle materie plastiche ha siglata una joint venture paritetica con Unilever per la riconversione dello stabilimento di Pozzilli, in Molise, in cula multinazionale olandese produceva detergenti per la casa. Un investimento di 109 milioni di euro che partirà entro giugno e sarà a regime a fine 2024. Saranno riciclate plastiche miste e Unilever acquisterà a prezzi indicizzati 11 50% della produzione per dieci anni, un contratto del valore di un miliardo. L’altra metà della produzione andrà su un mercato in continua crescita. «Siamo molto soddisfatti di questa operazione», spiega Civitillo «perché il gruppo è simbiotico con il territorio. Il nostro quartier generale, dalla nascita dell’azienda, è a San Potito Sannitico, in provincia di Caserta, nell’Alto Matese, al confine con il Molise, altra terra a cui siamo molto legati. A Pozzoli, in provincia di Isernia, chiudiamo il nostro triangolo delle origini: San Potito-Pozzilli-Teverola». Un’area che fino ad oggi era famosa nel mondo per le mozzarelle d’Aversa e di Bojano e tristemente nota per la Terra dei Fuochi. Seri-Faam Seri Plast, l’industria, la ricerca e l’ecologia, danno un altro calcio negli stinchi al luogo comune del Sud destinato a non farcela.

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