Acciaierie d’Italia e Maire Tecnimont alleati per la siderurgia green

L’idea: i rifiuti secchie le plastiche irriciclabili che impestano l’Italia e il Mezzogiorno potrebbero essere trasformati in un gas formato di soli idrogeno e carbonio purissimi da usare al posto del carbone negli altoforni di Taranto, il siderurgico che un tempo era l’llva. L’idea è della Maire Tecnimont e delle Acciaierie d’Italia, o meglio dei due amministratori delegati Pierroberto Folgiero e Lucia Morselli, che hanno deciso di studiare insieme le tecnologie disponibili per arrivare alla produzione dell’acciaio “verde”. Se lo studio di fattibilità porterà alla sua applicazione industriale, Taranto potrà diventare un
modello di scuola nel mondo.

II dissequestro dell’Afo2

Prima dei dettagli dell’intesa, una nota di attualità correlata. Acciaierie d’Italia ha comunicato ieri che il Tribunale di Taranto ha revocato il sequestro dell’Altoforno 2, sequestro che fu disposto nell’ambito dell’inchiesta sulla morte avvenuta nell’estate 2015 quando un operaio di 35 anni fu ucciso da una fiammata di ghisa incandescente. I magistrati concessero alla società siderurgica di continuare a usare l’impianto a patto che nel frattempo lo adeguassero a migliori criteri di sicurezza. Adempiuti gli impegni, ieri l’altoforno è tornato alla piena disponibilità dell’azienda. Decarbonizzare l’acciaio Da tempo si sviluppano tecnologie per rinnovare la relazione che unisce il carbone con l’acciaio (l’acciaio è una lega di ferro con carbonio). Finora uno dei migliori ingredienti sostitutivi individuati è quella quota di plastica non riciclabile che rimane dopo la selezione accurata dei materiali riutilizzabili. Interessante in proposito l’esperienza che I.Blu (I ren) conduce con le acciaierie di un altro tipo, quelle atomo elettrico, come la bresciana Feralpi. La Puglia è ricca di competenze di valenza internazionale nel settore siderurgico, nella chimica avanzata e nelle tecnologie ambientali. Qualche nome: l’Itea di Brindisi (ossicombustione), la Dalena Ecologia di Barletta (selezione e riciclo delle materie plastiche dai rifiuti); la Montana (ingegneria ambientale) con Unità di Misura ha proposto un’attività di selezione delle plastiche a Taranto. E poi le competenze del petrolchimico di Brindisi o della raffineria Eni di Taranto.

L’intesa per la ricerca

La multinazionale milanese dell’ingegneria Maire Tecnimont, attraverso la controllata NextChem, e le Acciaierie d’Italia, partecipata da Arcelor Minai e Invitalia, hanno siglato un accordo per uno studio trimestrale di fattibilità sull’impiego in al-toforno di gas circolare (syngas) ottenuto attraverso il riciclo chimico basato sul ricupero del carbonio e dell’idrogeno contenuti in scarti plastici e secchi mediante un processo di ossidazione parziale. La tecnologia di NextChem consente di ottenere un gas circolare che può essere usato come materia prima per successive attività non solamente nella siderurgia al posto del polverino di carbone per abbattere le emissioni di anidride carbonica ma anche nei processi della raffineria dell’Eni di Taranto, divisa dal siderurgico dai nastri d’asfalto della statale 7 Appia. Lo studio di fattibilità non si limiterà a studiare i benefici ambientali dell’uso del gas circolare in acciaieria ma cercherà di capire come riutilizzare come materia prima anche i gas di coda dell’acciaieria.

@ilsole24ore

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