VEICOLI FUORI USO, PRONTI PER L’EUROPA?
• ALBERTO MANCA – COMMISSIONE AMBIENTE
• STEFANO LEONI – FONDAZIONE SVILUPPO SOSTENIBILE
• MAURO GROTTO – PRESIDENTE AIRA
• ALFONSO GIFUNI – PRESIDENTE CAR
Ogni anno i veicoli giunti a fine vita generano circa un milione di tonnellate di rifiuti. Secondo Eurostat già nel 2015, i livelli di riciclo avevano raggiunto l’84,6% del peso medio del veicolo, quasi in linea con il target Ue. Delle quasi 180mila tonnellate di car fluff prodotto in Italia nello stesso anno, circa l’87% veniva stato smaltito in discarica mentre il 12% risultava avviato a riciclo. Solo 268 tonnellate, poco più
dell’1% era andato a recupero energetico. Con due milioni e mezzo di nuove immatricolazioni e un milione di nuove radiazioni, si lavorava tra ostacoli burocratici, normativi e spesso anche politici a migliorare le performance delle imprese sotto il profilo ambientale. Poi la crisi COVID che ha danneggiato indiscutibilmente anche il comparto automobilistico. Facciamo il punto della situazione ora che ci stiamo lasciando alle spalle l’emergenza COVID e soprattutto, ora che stiamo per recepire le norme europee in materia di economia circolare.
• GIFUNI – Prima della crisi COVID sembrava che il settore automobilistico si stesse avviando a tornare – tra immatricolazioni e radiazioni – agli anni precedenti la crisi. Poi l’emergenza COVID…siete già in grado di fare una stima dei danni?
• GROTTO – Aldilà dei problemi relativi a questa nuova emergenza, l’ultimo rapporto rifiuti speciali ISPRA ha fatto emergere un dato assai significativo: non è possibile parlare di economia circolare per il vostro settore, se non viene spinto il recupero del CAR FLUF, ad oggi prevalentemente destinato alle discariche. Esiste in Italia una tecnologia che ne permetta un uso diverso? E se sì, qual è l’ostacolo maggiore a che ciò avvenga?
• LEONI – L’emergenza COVID avrebbe dovuto insegnare a tutti che la semplificazione è la strada maestra per raggiungere certi standard e/o risultati auspicabili per il benessere della filiera. Invece la vita per il comparto tra nuovi sistemi di radiazione che prevedono il ricorso ad agenzie intermediarie, esportazione dei pezzi di ricambio solo se riparati o dei veicoli solo previo radiazione, sembra non andare proprio nella direzione della semplificazione. Secondo lei è possibile che tutela ambientale e crescita del comparto camminino insieme?
• ONOREVOLE MANCA Da tempo i frantumatori chiedono l’introduzione della doppia pesatura per i veicoli che escono ed entrano dagli impianti di demolizione e frantumazione. Così come pure insistono sul concetto tanto caro all’Europa, di responsabilità estesa del produttore. A che punto è l’iter normativo e se l’Italia è pronta a recepire le direttive europee anche in materia di VFU?
• DIBATTITO E DOMANDE SOCIAL
@riciclatv