Terre rare, la Ue cambia passo per ridurre la dipendenza dalla Cina

La guerra in Ucraina ha messo drammaticamente in luce la dipendenza europea dal gas russo, particolarmente elevata in alcuni Paesi tra cui la Germania e l’Italia. Parlando mercoledì dinanzi al Parlamento europeo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha messo in guardia contro il rischio di dipendenza in un altro settore economico, quello delle terre rare, preannunciando una normativa europea sulle materie prime più cruciali. Lo sguardo corre alla dipendenza dalla Cina, che oggigiorno trasforma il 90% del litio, a livello mondiale. Le materie prime ritenute prioritarie dallo scandio al gallio al titanio sono un elemento cruciale in molti prodotti ad alta tecnologia, dalle batterie elettriche ai pannelli solari. «Individueremo progetti strategici lungo tutta la catena di approvvigionamento, dall’estrazione alla raffinazione, dalla trasformazione al riciclaggio», ha annunciato la signora Von Der Leyen. «Il litio e le terre rare diventeranno presto più importanti del petrolio e del gas», ha poi precisato il commissario all’Industria, il francese Thierry Breton. La domanda per queste specifiche materie prime aumenterà di cinque volte entro la fine del decennio. Non basterà quindi diversificare i fornitori chiudendo i negoziati commerciali con Paesi quali il Cile, il Messico o la Nuova Zelanda, come promesso dalla presidente della Commissione europea. La doppia rivoluzione, digitale e ambientale, dipenderà dal modo in cui l’Europa riuscirà a garantirsi approvvigionamenti sicuri. Secondo il commissario Breton, il preannunciato provvedimento legislativo dovrà prima di tutto stilare una lista delle materie prime ritenute cruciali. In secondo luogo, sarà necessario creare sinergie tra le autorità nazionali impegnate in questo settore. Come detto, la catena di forniture dovrà essere rafforzata. Nel frattempo, la Commissione europea vuole moltiplicare il numero dei progetti di interesse comune (noti con l’acronimo inglese IPCEI) nei campi dove le terre rare sono essenziali. «Per mobilitare gli investimenti necessari a migliorare la nostra posizione per quanto riguarda le materie prime più cruciali, aumenteremo la nostra partecipazione finanziaria in importanti progetti di interesse comune europeo e creeremo un nuovo fondo sovrano europeo», ha spiegato sempre Thierry Breton. «Almeno il 30% della domanda europea di litio raffinato dovrebbe provenire dall’Unione europea entro il 2030 e il trattamento dei rifiuti dovrebbe permettere di recuperare almeno il 20% degli elementi di terre rare in essi contenuti»”, ha aggiunto il commissario all’Industria. In febbraio, Bruxelles si è posta l’obiettivo di raddoppiare la quota di mercato europea nei semiconduttori, portandola al 2o% della produzione mondiale entro la fine del decennio (si veda Il Sole 24 Ore del 9 febbraio). Il tema delle terre rare non è nuovo. Già nel 2020 la Commissione europea aveva inviato una comunicazione per allenare Consiglio e Parlamento della questione. In quella occasione, aveva pubblicato una cartina da cui emergevano i principali fornitori, tutti tendenzialmente extra-europei. In questo contesto, il progetto Global Gateway, illustrato nel 2021, deve servire non solo a rafforzare i legami infrastrutturali tra l’Europa e il resto del mondo, ma anche a promuovere rapporti in questo campo.

@ilsole24ore

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