Il perimetro industriale della riconversione dell’auto verso l’elettrico compare nel decreto del governo sugli incentivi alla filiera. Il testo definitivo del Dpcm firmato dal presidente del Consiglio all’inizio di agosto, e in attesa ora di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, assegna a cinque aree di sviluppo e produzione i 750 milioni previsti per la «riconversione e la riqualificazione verso forme produttive innovative e sostenibili» della ricerca e degli investimenti nell’automotive. Le risorse pari a 5o milioni e 350milioni annui per il 2023 e il 2024 sono una quota del «Fondo automotive» istituito con il decreto Energia di marzo e che, tra aiuti alla filiera e incentivi alla domanda, vale 8,7 miliardi fino al 2030.
Le cinque aree di intervento Il Dpcm proposto dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e firmato anche dai ministri dell’Economia (Daniele Franco), Infrastrutture e mobilità sostenibili (Enrico Giovannini) e Transizione ecologica (Roberto Cingolani) prevede che i progetti delle aziende che accederanno ai fondi dovranno fare riferimento allo sviluppo e alla produzione in modo particolare di componentistica hitech, sistemi per l’auto connessa e quindi anche a guida autonoma, sistemi di ricarica per l’elettrico. Nel dettaglio, i primi due punti riguardano lo sviluppo di «nuovi veicoli nonché sistemi di alimentazione e propulsione» che aumentino l’efficienza minimizzando le emissioni in linea con il Regolamento Ue del 2019 sulle emissione di CO2 delle auto e le «tecnologie, materiali, architetture e componenti strutturali funzionali all’alleggerimento dei veicoli nonché dei sistemi di trasporto per la mobilità urbana».
La terza area prioritaria fissata dal Dpcm punta su «nuovi sistemi, componenti meccanici, elettrici, elettronici e software per la gestione delle funzioni principali del veicolo, propulsione, lighting, dinamica laterale e longitudinale, abitacolo». Al quarto punto, il Dpcm oltre ai sistemi più evoluti per la sicurezza proietta l’industria verso l’auto connessa, quindi anche a guida autonoma, e con «nuovi sistemi, componenti meccanici elettrici, elettronici e software per sistemi avanzati per La ripartizione: 525
milioni ai contratti di sviluppo, 225 milioni agli accordi finalizzati a ricerca e innovazione l’assistenza alla guida (Adas, Advanced driver assistance systems), la connettività del veicolo (V2V e V2I), la gestione di dati, l’interazione uomo veicolo (HMI) e l’infotainment». Infine, si finanzieranno «sistemi infrastrutturali per il rifornimento e la ricarica dei veicoli». Gli strumenti di agevolazione 1750 milioni saranno utilizzati dal ministero dello Sviluppo per attivare contratti di sviluppo e accordi di innovazione. Il primo strumento, che avrà a disposizione il 70% della dote quindi 525 milioni nel triennio, prevede investimenti di almeno 20 milioni e si articola in una combinazione di finanziamento agevolato, contributo in conto interessi, contributo in conto impianti e contributo diretto alla spesa, da definire in sede di negoziato tra ministero, azienda e Regione se coinvolta nel progetto con propri fondi. Gli accordi di innovazione, per i quali ci sarà a disposizione il restante 30%, quindi 225 milioni, finanziano invece progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale con spese e costi ammissibili non inferiori a 5 milioni attraverso il contributo diretto alla spesa e, eventualmente, il finanziamento agevolato. I progetti possono essere presentati in pool con altre aziende e con centri di ricerca.
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