Pasini: «Sulla ripresa pesano le materie prime»

«Sono più preoccupato per le materie prime che per l’energia elettrica». Affermazione che fa riflettere, soprattutto se pronunciata da un imprenditore siderurgico come Giuseppe Pasini, alle prese in questi giorni, come molti altri imprenditori del settore, con un andamento a singhiozzo degli impianti per gli elevati costi dei fattori produttivi. L’imprenditore Giuseppe Pasini è alla guida del gruppo siderurgico Feralpi, specializzato in prodotti lunghi per edilizia e acciai speciali di un webinar organizzato dalla community siderurgica Siderweb -.Questi volumi mancheranno non solo alla filiera europea, ma anche a quella turca, e anche la Turchia quindi dovrà trovare nuove fonti di approvvigionamento, probabilmente anche in Europa. Con Federacciai abbiamo già chiesto il varo di un provvedimento che vieti l’uscita del rottame dai confini nazionali verso i Paesi non comunitari il rottame ferroso
è un elemento base dell’economia circolare ed è anche già stato soggetto a un processo di decarbonizzazione». Il tema energetico, comunque, è in cima all’agenda «Con il prezzo dell’elettricità schizzato nei giorni scorsi oltre i 600euro al Megawatt ora non abbiamo potuto far altro che fermare gli impianti o riorganizzarsi per concentrare le produzioni nelle ore più vantaggiose – ha detto il presidente del Gruppo siderurgico Feralpi. Questo conferma una volta di più la flessibilità della produzione da forno elettrico. Il problema che stiamo incontrando in questa fase è quello di non avere visibilità sul fronte dei prezzi nemmeno nel medio tempo. Dobbiamo quindi decidere giorno  per giorno se potere produrre o meno nelle 24 ore successive, a seconda del prezzo».
Tra i possibili interventi per poter calmierare la situazione, Pasini ha elencato alla community di Siderweb, collegata in remoto, iniziative come la riattivazione temporanea delle centrali a carbone, il ribilanciamento dell’attività estrattiva italiana rispetto alle fonti esterne, lo snellimento della burocrazia per attivare nuovi impianti rinnovabili e lo sganciamento del prezzo dell’energia prodotta con questi impianti da quello del gas. Posizione aperta anche su
rigassificatori e nucleare. Venendo al mercato, «l’aumento delle materie prime e dell’energia ha costretto i produttori a ritoccare al rialzo i prezzi  ha detto. Questo ha portato diversi prodotti a superare 1 mille euro per tonnellata, ma con un prezzo del rottame a 50o euro è difficile fare altro. Ritengo che questo livello si tradurrà inevitabilmente in un rallentamento dell’economia anche perché difficilmente i nostri clienti potranno ribaltarlo del tutto a valle».
Pasini ha infine sottolineato come una revisione, se non una sospensione, della Salvaguardia europea possa essere oggi possibile visto il mutato contesto internazionale. «Come produttori- ha concluso dobbiamo restare aperti a ogni eventualità se vogliamo che la filiera resti operativa».

Foto: @corrieredellasera

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